In un articolo della Rivista Infanzia, Daniele Chitti* e Barbara Molinazzi** raccontano la sperimentazione di un servizio educativo integrato 0-6 anni nel comune di Imola, nato nell'anno scolastico 2015/2016.
La separazione dell' 0-6 è vista da Chitti e dalla Molinazzi come una grave ingiustizia alla quale è doveroso rimediare: "[...] separare il nido dalla scuola dell'infanzia [...] è come se separassimo le prime due classi della primaria dalle restanti tre in edifici distinti lontani tra loro, e prevedessimo che al momento del passaggio fosse necessario fare una nuova iscrizione, senza alcuna garanzia di continuità con i propri compagni e sicuramente con nuovi insegnanti... Tutto ciò scatenerebbe una rivolta, ma è ciò che stiamo facendo esattamente nella prima infanzia [...]".
Già da molti anni i loro nidi e le scuole dell'infanzia sono organizzate per età non omogenea, per i suoi molteplici vantaggi. Dunque un servizio 0-6 non sarebbe "utile" solo nell'ottica della continuità, ma anche per la ricchezza delle possibilità relazionali che influiscono positivamente sull'apprendimento e sulla crescita personale del bambino. Inevitabilmente, in questo tipo di servizi, educatori e insegnati devono ripensarsi e modificare le modalità progettuali.
Questa sperimentazione nella frazione di Sesto Imolese, nasce dallo spostamento (per comodità) di una sezione della scuola dell'infanzia sullo stesso piano del nido (entrambi comunali). "Da qui, proporre di sperimentare un servizio non tradizionale il passo è stato breve.".
Il servizio è organizzato in due sezioni: dai 5 ai 36 mesi e dai 3 ai 6 anni. Tuttavia vengono condivisi vari momenti della giornata (accoglienza, spazi/attività, pranzo se richiesto dal bambino e ecc.).
Quali riflessioni su questa esperienza?
Dalle documentazioni quotidiane è emerso che:
*Daniele Chitti Psicologo, responsabile del Servizio Infanzia del Comune di Imola.
**Barbara Molinazzi Pedagogista, coordinatrice pedagogica del Servizio Infanzia del Comune di Imola.
Riferimenti bibliografici
Chitti D., Monilazzi B., 2018, Servizio Infanzia del Comune di Imola: la sperimentazione di un servizio educativo integrato 0-6 anni, "Rivista Infanzia", n.2, pp. 121-126.
La separazione dell' 0-6 è vista da Chitti e dalla Molinazzi come una grave ingiustizia alla quale è doveroso rimediare: "[...] separare il nido dalla scuola dell'infanzia [...] è come se separassimo le prime due classi della primaria dalle restanti tre in edifici distinti lontani tra loro, e prevedessimo che al momento del passaggio fosse necessario fare una nuova iscrizione, senza alcuna garanzia di continuità con i propri compagni e sicuramente con nuovi insegnanti... Tutto ciò scatenerebbe una rivolta, ma è ciò che stiamo facendo esattamente nella prima infanzia [...]".
Già da molti anni i loro nidi e le scuole dell'infanzia sono organizzate per età non omogenea, per i suoi molteplici vantaggi. Dunque un servizio 0-6 non sarebbe "utile" solo nell'ottica della continuità, ma anche per la ricchezza delle possibilità relazionali che influiscono positivamente sull'apprendimento e sulla crescita personale del bambino. Inevitabilmente, in questo tipo di servizi, educatori e insegnati devono ripensarsi e modificare le modalità progettuali.
Questa sperimentazione nella frazione di Sesto Imolese, nasce dallo spostamento (per comodità) di una sezione della scuola dell'infanzia sullo stesso piano del nido (entrambi comunali). "Da qui, proporre di sperimentare un servizio non tradizionale il passo è stato breve.".
Il servizio è organizzato in due sezioni: dai 5 ai 36 mesi e dai 3 ai 6 anni. Tuttavia vengono condivisi vari momenti della giornata (accoglienza, spazi/attività, pranzo se richiesto dal bambino e ecc.).
Quali riflessioni su questa esperienza?
Dalle documentazioni quotidiane è emerso che:
- i bambini vivono in un clima relazionale disteso, con la quasi assenza di aggressività e competizione;
- se da una parte i bambini più grandi sviluppano attitudini di accudimento verso i più piccoli (acquisendo abilità sociali più mature e ricapitolando le loro conoscenze e competenze) "[...] i più piccoli ricevono stimoli alla crescita che sono contemporaneamente molto più naturali e molto più potenti di quanto avviene nei servizi educativi tradizionali [...]";
- "[...] i bambini con bisogni speciali sono inclusi con grande facilità [...]";
- dato il ruolo di trasmissione delle regole (anche implicite) assunto dai bambini più grandi, l'intervento normativo degli adulti è quasi del tutto assente.
*Daniele Chitti Psicologo, responsabile del Servizio Infanzia del Comune di Imola.
**Barbara Molinazzi Pedagogista, coordinatrice pedagogica del Servizio Infanzia del Comune di Imola.
Riferimenti bibliografici
Chitti D., Monilazzi B., 2018, Servizio Infanzia del Comune di Imola: la sperimentazione di un servizio educativo integrato 0-6 anni, "Rivista Infanzia", n.2, pp. 121-126.
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RispondiEliminahttp://www.insiemesicresce.it/2017/11/il-progetto-06-a-scandicci-tutta-unaltra-storia/
Grazie mille! Ci darò un'occhiata.
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